eCommerce termini e condizioni

eCommerce termini e condizioni: quale scopo?

Abbiamo visto nell’ultimo approfondimento quali sono i documenti legali che ogni sito web deve avere.

Privacy policy e cookie policy sono necessarie anche per l’eCommerce, ma non sono sufficienti.

Se si decide di vendere i propri prodotti online attraverso una vetrina virtuale, infatti, è necessario informare il consumatore sui diritti che lo stesso ha a disposizione rispetto ai prodotti acquistati.

La vendita online è un contratto a distanza nel quale il consumatore si trova in una situazione di disparità informativa rispetto al venditore.

Per questo l’art. 49 del Codice del Consumo (D. Lgs. 206/2005), impone che nei contratti a distanza il venditore vada a colmare questo gap informativoprima che il consumatore sia vincolato“.

Come?

Attraverso la messa a disposizione, sulla piattaforma, dei termini e delle condizioni di vendita dei prodotti, che il consumatore può anche scaricare in formato durevole (es. .pdf).

eCommerce termini e condizioni: quali clausole?

Abbiamo visto che lo scopo del documento è quello di mettere il consumatore in condizione di conoscere i propri diritti e le caratteristiche dei beni offerti in vendita, prima di concludere l’affare.

Per questo, nei termini e condizioni di vendita dell’eCommerce occorre inserire informazioni come:

  • l’identità della società venditrice e i relativi recapiti;
  • informazioni relative ai prodotti:
    • tipologie e caratteristiche che potrebbero incidere sulla loro deteriorabilità (es. prodotti alimentari freschi o secchi);
  • modalità di svolgimento dell’ordine:
    • per esempio: step 1 – compilazione del modulo d’ordine contenente le specifiche su prezzo, modalità di pagamento e di consegna scelta; step 2 – ricezione conferma d’ordine via e-mail e contestuale perfezionamento dell’accordo; step 3 – eventuale mancata accettazione dell’ordine ed esenzione di responsabilità per danni;
  • l’indicazione che le spese di consegna sono a carico del consumatore:
  • il prezzo dei prodotti, eventualmente richiamando il catalogo virtuale;
  • le modalità di pagamento accettate:
    • per esempio: PayPal, contrassegno, bonifico bancario, carta di credito;
  • in caso di rimborsi, una clausola di esonero da responsabilità per ritardato svincolo delle somme imputabile al circuito bancario del consumatore;
  • termini indicativi di spedizione e consegna dei prodotti;
  • procedura da seguire in caso di visibili difformità del prodotto consegnato:
    • per esempio: obbligo di accettazione con riserva e segnalazione via mail, corredata di materiale fotografico, entro e non oltre 8 giorni dalla consegna.
  • diritto di recesso del consumatore:
    • da esercitarsi entro 14 giorni dalla ricezione della merce con spese di reso a suo carico;
    • eventuali condizioni ulteriori per l’esercizio del recesso, come la presenza dell’imballaggio integro e correttamente conservato;
  • eventuale esclusione del diritto di recesso e di cui all’art. 59 cod. cons:
    • per esempio: per prodotti deperibili (deteriorabili nell’arco di 14 giorni), personalizzati o sigillati che non si prestano ad essere restituiti per motivi igienici e sono stati aperti (es. bottiglie di vino);
  • la data di aggiornamento dei termini e condizioni dell’eCommerce.

Queste in linea di massima, le informazioni da fornire.

La domanda sorge quindi spontanea: stabiliti gli obblighi informativi, è possibile utilizzare soluzioni standard?

eCommerce termini e condizioni: i modelli standard vanno bene?

Come ogni business è a sé stante, può dirsi altrettanto per ogni contratto.

Per l’eCommerce, termini e condizioni non fanno eccezione.

I modelli standard rappresentano una soluzione veloce dal costo contenuto, ma solo una buona analisi del canale di vendita, garantisce clausole di maggior tutela in considerazione del tipo di prodotto messo sul mercato digitale.

Un esempio?

La deperibilità della merce è una circostanza di per sé idonea ad escludere il diritto di recesso (art. 59 cod. cons.).

Nel caso di vendita online di prodotti alimentari, le soluzioni standardizzate spesso escludono il diritto di recesso del consumatore, proprio sulla scorta della norma sopra richiamata.

Non tutti i prodotti alimentari, tuttavia, sono deperibili, potendo quindi essere restituiti nel termine dei 14 giorni (periodo di ripensamento).

Il caso della pasticceria che, attraverso l’eCommerce, vende prodotti non deteriorabili, come caffè e cioccolata confezionata, non potrà quindi escludere il diritto di recesso nei confronti del consumatore.

In caso contrario, rischia di essere sanzionata per pratica commerciale scorretta (art. 27 cod. cons.).

E, nel riconoscere il diritto di recesso, dovrà esplicitare tale clausola in modo chiaro, pena l’estensione del termine di ripensamento da 14 giorni a 12 mesi dalla ricezione della merce.

“Se in violazione dell’articolo 49, comma 1, lettera h), il professionista non fornisce al consumatore le informazioni sul diritto di recesso, il periodo di recesso termina dodici mesi dopo la fine del periodo di recesso iniziale”

Art. 53 Cod. cons.

Diverso discorso deve invece farsi per la pasticceria che vende online anche prodotti freschi e deperibili (es. pasticceria).

In questo caso, nei termini e condizioni di vendita andrà espressamente esclusa la sussistenza del diritto di recesso da parte del consumatore, limitatamente a tali prodotti.

Da questi esempi risulta evidente come i termini e le condizioni di vendita dell’eCommerce debbano essere attentamente studiati in considerazione del tipo di attività svolta e della merce commercializzata.

Per questo affidarsi a un professionista per la loro redazione è un investimento nel tempo.


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Pubblicato da Martina Lasagna

Avvocato in Genova, membro del Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Genova, socia A.I.G.A., Il Foro Immobiliare, A.I.A.F. Aiuto i freelance a tutelare il loro lavoro.

2 pensieri riguardo “eCommerce termini e condizioni

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