Copyright: la regola dei 7 secondi esiste davvero?

Diritto d’autore e regola 7 secondi: posso usare un breve spezzone senza violare il copyright?

In materia di copyright c’è una credenza diffusa: che l’utilizzo di brevi spezzoni audio sia libero.

In particolare, secondo una presunta regola dei 7 secondi, questo sarebbe il termine al di sotto del quale la riproduzione dell’opera altrui sarebbe libera.

La legge però nulla dice al riguardo. La regola dei 7 secondi, infatti, non esiste.

Così come non esiste la regola dei 30 secondi al di sotto dei quali il brano sarebbe libero da copyright.

Ma facciamo un passo indietro.

Come usare musica protetta da copyright?

Abbiamo visto che la regola dei 7 secondi non esiste, ma la domanda resta: è comunque possibile utilizzare musica coperta da copyright?

Si, è possibile farlo grazie alle eccezioni al copyright.

L’art. 70 della Legge sul Diritto d’Autore consente di usare musica protetta da copyright così come altre opere creative.

A patto però che ciò non avvenga per scopi commerciali. In questo caso occorre il consenso dell’autore o di chi detiene i diritti sull’opera, ossia il licenziatario (es. SIAE).

Grazie a questa norma è infatti possibile riassumere, citare o riprodurre parte di un’opera altrui, purché la finalità sia di:

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E’ quindi consentito riprodurre lo spezzone di un film a favore di una classe per scopo didattico, a prescindere dalla fantomatica regola dei 7 secondi.

Mentre non rientra in questa eccezione usare musica protetta da copyright per la realizzazione di un Podcast in ottica di personal branding.

Ed anche in caso di citazione per scopo didattico, è necessario citare la fonte sotto forma di: titolo, autore, editore ed eventuali traduttori (art. 70 ultimo comma L.D.A.).

Diversamente accade nell’ordinamento statunitense, dove grazie al cd. Fair Use, le possibilità di usare parti di opere altrui contempla possibilità maggiori.

Ma in Italia non esiste il cd. fair use?

Fair Use Copyright: eccezione al diritto d’autore

Il cd. Fai Use Copyright è un istituto di origine statunitense, previsto nella sezione n. 107 del Copyright Act, e rappresenta una delle eccezioni al diritto d’autore.

L’uso di un’opera protetta da copyright è consentito, ma privilegiando finalità di natura privata e divulgativa.

I 4 fattori alla luce dei quali verificare se l’uso dell’opera è lecito (fair use) o meno sono i seguenti:

  • lo scopo di utilizzo dell’opera, che non dovrà essere di tipo commerciale;
  • la natura dell’opera (ad esempio se basata su fatti che devono essere divulgati o se è frutto di fantasia);
  • l’entità della parte di opera usata, in proporzione al suo complesso (ecco da dove può essere scaturita la fantomatica regola dei 7 secondi);
  • le conseguenze di questo uso (ad esempio l’eventuale riflesso economico sui ricavi dell’autore).

In Italia non esiste la regola del fair use, ma esiste una disposizione analoga: l’art. 70 L.D.A. appunto, che consente l’uso dell’opera altrui a scopo illustrativo.

Come non infrangere il copyright: conclusioni

Per non infrangere il copyright è quindi necessario munirsi di apposita licenza d’uso dell’opera che si vuole utilizzare.

I costi dipendono dall’opera, da chi ne detiene i diritti, dall’uso e così via, ma ci sono due accorgimenti da adottare in ogni caso:

  • accertarsi che la licenza sia per uso commerciale;
  • se si attinge da librerie multimediali come Epidemic Sound o Shutterstock,
    • salvare in .pdf la licenza d’uso che si utilizza: un domani potrebbe non essere più disponibile, ma è sempre opportuno avere traccia del proprio diritto di utilizzo.

E se i dubbi persistono, rivolgersi a un Professionista che si occupa di Copyright può evitare problemi, sfatando falsi miti (come la regola dei 7 secondi) e indicare come muoversi nel caso concreto.


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Pubblicato da Martina Lasagna

Avvocato in Genova, membro del Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Genova, socia A.I.G.A., Il Foro Immobiliare, A.I.A.F. Aiuto i freelance a tutelare il loro lavoro.

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