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Perchè il contratto professionale per architetto?
Lavorare su preventivo è facile e veloce: basta una pagina, magari due, con il nocciolo dell’incarico, le varie fasi di progettazione, e la firma del comittente.
Quando le cose vanno bene, questo è più che sufficiente.
“Cosa succede in caso di ritardato pagamento da parte del committente?”
La clausola sul compenso disciplina questo caso.
Quando sorge qualche difficoltà, però, il preventivo non dice nulla su come regolare il rapporto.
Questo perchè:
il preventivo non è un contratto.
Il focus del contratto professionale per architetto è proprio quello di mettere al riparo il professionista da possibili inconvenienti in corso d’opera.
“Il cliente che ha mantenuto la direzione lavori, al momento di saldare ha contestato la difformità del lavoro dal progetto“.
La clausola che esclude la responsabilità come D.L. risponde a questa esigenza.
Lo scopo di un buon contratto è prevenire le controversie definendo la legge del caso concreto fin dall’inizio del rapporto.

Per farlo, è fondamentale sedersi a tavolino con il professionista, confrontarsi, e far emergere i punti più critici e delicati del lavoro.
“Quale tutela se il cliente, di punto in bianco, fa saltare l’incarico?“
La clausola che prevede un indennizzo a favore del professionista risponde a questa esigenza.
Proprio grazie a questa sinergia il contratto professionale per architetto viene cucito su misura, con clausole ad hoc a sua tutela.
Contratto professionale per architetto: quali aspetti disciplinare?
I punti da regolare variano a seconda del professionista e del tipo di attività che solitamente è chiamato a svolgere.
In linea di massima, però, nel contratto professionale per architetto è bene disciplinare i seguenti aspetti:
- Progettazione – quali fasi sono comprese nell’incarico:
- progetto di fattibilità,
- progetto definitivo
- progetto esecutivo
- e come si declina ciascuna di esse:
- sopralluoghi,
- rendering,
- elaborati grafici;
- e come si declina ciascuna di esse:
- Esclusioni – le attività rispetto alle quali il progettista è esonerato da responsabilità:
- direzione lavori (a seconda dei casi);
- responsabile della sicurezza (CSP e CSE);
- attività di interior design;
- fornitura delle materie prime;
- attività di terzi (es. pratica acustica);
- Clausole volte a superare l’inerzia del committente, come:
- varianti in corso d’opera che si rendono necessarie;
- conseguenze della mancata approvazione da parte del committente;
- Compenso:
- termini di pagamento;
- conseguenze in caso di inadempimento;
- Impossibilità sopravvenuta: una clausola che preveda la sospensione dell’attività in caso di adozione di misure di contenimento del contagio da Covid-19;
- Recesso: modalità di esercizio e eventuale indennizzo a favore del professionista;
- Informativa privacy a norma del GDPR;
- Diritto d’autore: l’obbligo di menzione del professionista in caso di divulgazione dell’opera;
- Pubblicazioni sui social: la facoltà del progettista di riportare sui propri canali social le fotografie del cantiere e dell’opera realizzata, garantendo l’anonimato;
- Agevolazioni fiscali: informazioni utili al committente per comprendere quali spese, anche retroattive, rientrano nel bonus;
- Clausole vessatorie che richiedono la doppia sottoscrizione del cliente.
Tutti aspetti che vanno calati sul modo di lavorare di ciascun professionista, come un abito.
Per questo, il contratto professionale per architetto è la punta dell’iceberg di un lavoro di fino molto più profondo.
Contratto professionale per architetto: il fac-simile va bene?
Il fac-simile di contratto professionale per architetto scaricato online è per sua natura generico e non può prevedere le scelte operate dalle parti nel caso concreto.
L’apporccio “one size fits all” non può garantire una tutela ponderata.
La strada più sicura è quella di rivolgersi ad un professionista che conosca il modo di lavorare dell’architetto, e che sappia quali sono le cause più frequenti di controversia, per prevenirle.
Questo consente di prevedere le criticità che possono insorgere e predisporre la tutela più efficace.
Un buon contratto professionale per architetto assicura stabilità e certezza al rapporto con il committente, evitando sorprese.
Contratto professionale per architetto e legal design
Se poi il contratto è redatto secondo i canoni grafici del legal design, con una grafica chiara e accattivante, ecco che diventa uno strumento di posizionamento per il personal brand dell’architetto.

Ecco una pagina d’esempio dell’ultimo lavoro realizzato per un architetto che, oltre a tutelare il lavoro svolto, ha voluto parlare della sua professione al cliente, anche attraverso la documentazione contrattuale.
In conclusione
Alla luce delle considerazioni sin ora svolte, possiamo dire che il contratto professionale per architetto ha 3 grandi punti di forza, e precisamente:
- assicura tutela al professionista rispetto ai profili di rischio contenzioso;
- assicura stabilità e certezza al rapporto con il committente;
- diventa uno strumento di personal branding che identifica l’architetto e la sua figura professionale.
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