Il caso: la ricerca telematica dei beni da pignorare (art. 492 bis c.p.c)

“Come trovare i beni del debitore da sottoporre ad esecuzione?”

La ricerca telematica dei beni da pignorare risponde a questa domanda

Il caso

Il caso in questione inizia dalla fine.

Prende vita dalla sentenza con cui il Giudice ha condannato il debitore a risarcire al cliente il danno subito per diverse migliaia di euro.

Come spesso accade, il debitore non era in alcun modo intenzionato a pagare spontaneamente.

Ecco allora che si è reso necessario procedere al recupero forzoso.

L’analisi

Da una prima analisi è emerso che il debitore non possedeva beni immobili da sottoporre a pignoramento.

Si è quindi reso necessario fare un passaggio ulteriore.

Verificare se il debitore avesse, a sua volta, dei crediti verso terzi agevolmente pignorabili, come:

  • canoni di locazione o d’affitto d’azienda;
  • deposito titoli;
  • conti correnti.

La strategia

Per acquisire queste informazioni, cruciali per un’azione mirata, abbiamo azionato un procedimento introdotto di recente dal D.L. 172/2014.

La ricerca telematica dei beni da pignorare (art. 492 bis c.p.c.).

Valore generato per il cliente

La ricerca telematica dei beni da pignorare ha permesso di ottenere informazioni rilevanti per l’individuazione di cose e crediti da sottoporre ad esecuzione.

Ci ha infatti permesso di conoscere l’Istituto di Credito presso il quale poggiava il conto corrente del debitore.

Questo ha consentito di radicare il pignoramento in modo puntuale, facendo ottenere al creditore la soddisfazione integrale del proprio diritto.

Vuoi saperne di più sullo strumento giuridico utilizzato nel caso concreto? Ecco l’approfondimento dedicato alla ricerca telematica dei beni da pignorare!

La ricerca telematica dei beni da pignorare (art. 492 bis c.p.c.)

Grazie alla riforma del 2014, oggi è possibile richiedere all’Agenzia delle Entrate, previa autorizzazione del Tribunale, diverse informazioni sul patrimonio del debitore altrimenti non conoscibili.

Qualche esempio:

  • canoni di locazione e d’affitto;
  • conti correnti;
  • conto deposito titoli;
  • rapporti di lavoro.

Attraverso questa procedura, è possibile radicare l’azione di recupero in modo mirato e puntuale.

Con un risparmio di tempo e di costi notevole.


Vuoi conoscere le soluzioni di altri casi? Consulta la sezione dedicata alle Novità!

Pubblicato da Martina Lasagna

Avvocato in Genova, membro del Comitato Pari Opportunità dell'Ordine degli Avvocati di Genova, socia A.I.G.A., Il Foro Immobiliare, A.I.A.F. Aiuto i freelance a tutelare il loro lavoro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Content is protected !!